Centro Studi Ermetici Alchemici

ALIMENTAZIONE ALCHEMICA ED ELISIR

Prima di affrontare il tema dell’alimentazione in chiave alchemica, penso sia opportuno scrivere qualcosa sull’alchimia, di cui oggigiorno molti parlano, ma che è spesso sconosciuta o male interpretata.
Che cosa è l’alchimia? In poche parole, si tratta della ricerca del più profondo significato della vita, che prevede una preliminare e radicale trasformazione del composto psicofisico dell’uomo, della sua parte visibile e soprattutto della sua parte meno visibile. Lo scopo di questa ricerca è quello di trovare un punto di contatto, sia interiore che esteriore, con la propria origine spirituale, esplorando il campo energetico e il sistema cibernetico dell’uomo, e quelli estremamente più vasti della natura, di cui l’uomo è parte integrante.
Si tratta di un lavoro impegnativo, che consiste nel ridurre e poi modificare gradualmente i comportamenti ripetitivi negativi, involutivi, che impediscono di separare dalle azioni della vita di tutti i giorni il sacro dal profano, di distillare dal piano materiale ciò che è sublime, raffinato, da ciò che è invece grossolano, eterogeneo, confuso. E questo è l’unico metodo per aggiungere l’Assoluto - dal latino absolutus - cioè sciolto da qualsiasi attaccamento o coinvolgimento terreno, per sviluppare un amore non dipendente da motivi egoistici, identificato in cose o persone particolari, e quindi ottenere una libertà del tutto incondizionata.
Sull’alchimia occidentale si fa spesso confusione, anche perché per secoli è stata ammantata con una spessa cortina di segretezza e di mistero. E i segreti dell'operatività alchemica sono stati tenuti nascosti ai “curiosi”, cioè ai non addetti ai lavori, non solo per sfuggire a pesanti persecuzioni religiose, ma soprattutto per selezionare le persone più meritevoli o predisposte. Queste, infatti, erano obbligate ad orientarsi in un labirinto di termini criptici o di metafore volutamente fuorvianti, di parole ambivalenti dal doppio e triplice significato, secondo il momento o il contesto in cui venivano utilizzate.
Oggigiorno questa segretezza è diventata una consuetudine controproducente, perché tiene lontane le persone che potrebbero avere le potenzialità per praticare e per di più, in una società dominata dai mass media, permette la diffusione delle idee più strampalate sulla stessa alchimia. Anche se si tratta di una conoscenza assai complessa, è ormai necessario utilizzare per i neofiti - nei limiti del possibile - un linguaggio semplice e chiaro. D’altra parte, per rassicurare “i colleghi” più tradizionalisti che non si compie alcuna profanazione, questo messaggio semplificato cade inevitabilmente nel vuoto, nel disinteresse, se è ascoltato da persone la cui anima non si è ancora aperta e che non sentono affatto la necessità di conoscere e lavorare sé stessi.
Nell’alchimia che si dedica alla trasmutazione delle persone, tralasciando la complicata e costosa lavorazione dei metalli, l’indispensabile rapporto tra pensiero e realtà da manipolare è costituito da una consapevole scienza dell’alimentazione e del metabolismo del corpo umano, accompagnata da un’attività più propriamente creativa, esercitata attraverso la forza vibrazionale degli archetipi presenti nell’uomo. A ciò si aggiunge il potere della parola e dell’azione ritualizzate, la forza magica delle immagini, l’interiorizzazione dell’attenzione e l’esteriorizzazione della percezione, il potenziamento della memoria, della sensibilità e della consapevolezza: ovvero l’utilizzo degli aspetti più sofisticati del composto umano.
Tuttavia, anche l’alchimista che si dedica principalmente alla trasformazione di sé stesso, non può evitare di lavorare sul piano fisico o materiale. E questo lavoro, ad esempio, può ben svolgersi in una cucina per manipolare degli alimenti o in un laboratorio per manipolare delle piante, come in una palestra per raffinare il corpo o in un orto per trasformare un seme in una pianta, con determinate valenze.
L’alchimia è una ricerca palingenetica, ma è pure un’attività pratica, che prevede esperimenti e risultati materiali, oltre che spirituali. L’alchimia è un insieme coerente di interpretazioni della realtà, dell’uomo e dell’universo, messe alla prova costantemente attraverso il successo o meno in determinate attività concrete. Queste possono consistere non solo nella produzione di farmaci particolarmente energetici, nel raggiungimento di un stato di salute derivante dalla sinergia tra corpo, anima e spirito, nella realizzazione di talismani vegetali e minerali, ma pure nella creazione di relazioni positive con gli altri e l’ambiente circostante, nel realizzare iniziative che diano un senso e un valore non effimero all’intera esistenza.
Le lavorazioni dei metalli, descritte nei testi alchemici, sono sovente delle allegorie, indicanti precisi processi interiori, che incidono fortemente sull’esistenza dell’operatore e ne alterano l’aspetto invisibile, fluido ed impressionabile, condizionandone di conseguenza anche l’aspetto visibile e fisiologico. Tali allegorie indicano processi chimici e biologici, che attraverso la respirazione e l’assimilazione di determinate impressioni ed alimenti, potenziano la struttura energetica del corpo fisico, condizionando di conseguenza anche la struttura sottile dell’anima.
Una efficace alimentazione alchemica non può prescindere da una corretta conoscenza della struttura complessa dell’uomo, che non è soltanto un corpo di carne ed ossa, regolato da processi fisiologici automatici, che manifestano la memoria e l'intelligenza della natura. L'uomo è anche un'anima individuale, un complesso energetico e sensibile, che lo muove o commuove interiormente, collegato ad un’analoga anima del mondo, che lo circonda e lo compenetra.
Da un corpo in buona salute, da un sistema sensoriale e da un’anima passionale purificati, da un intelletto ispirato e raffinato, si sviluppano un sentire, un amare, un pensare e un volere superiori. A tal fine i quattro componenti dell’uomo, che sono legati rispettivamente all’elemento terra, all’elemento acqua, a quello dell’aria e a quello del fuoco, vanno alimentati in maniera equilibrata, sia in stato di veglia che in stato di sonno, con un afflusso e una circolazione costante di questi elementi, in quantità proporzionate agli effettivi bisogni del composto umano.
Ma qualsiasi tipo di alimentazione, sia materiale che spirituale, se eccessiva o affrettata, provoca il rigetto di quanto è stato ingurgitato dallo stomaco o dall’anima. E’ pertanto fondamentale, nel processo di trasmissione di conoscenze o esperienze evolutive, calibrare i tempi, la quantità e la qualità dei contenuti, in proporzione alla capacità di assorbimento di ogni singola persona. Anche se ciò non è facile e richiede una grande esperienza in chi guida i procedimenti di apprendimento.
Occorre poi precisare che i quattro elementi sono di per sé divergenti, dissocianti, perché la terra cade verso il basso, l’acqua scorre verso il basso, l’aria si espande in ogni direzione, il fuoco tende verso l'alto. Inoltre l’aria e l’acqua sono mobili, la terra e il fuoco sono fissi, l’acqua e il fuoco hanno funzioni contrarie e così la terra e l’aria. Pertanto ogni struttura vivente, che è composta in varia misura dai quattro elementi, è destinata a deteriorarsi e tanto più rapidamente quanto il complesso è disarmonico e caotico.
Per mezzo di un’alimentazione sottile ed armonica, l’alchimista lavora il proprio composto eterogeneo, rendendolo più omogeneo e sinergico, convertendo parte della terra in acqua, parte dell’acqua in aria e parte dell’aria in un fuoco elevato, il tutto per formare la quintessenza. Con ciò l’alchimia perfeziona la natura originaria dell’uomo, di per sé imperfetta, realizzando il quinto elemento, l’elisir capace di mantenere un equilibrio costante e prolungato tra i quattro elementi. Una giusta alimentazione dei quattro elementi è il segreto del cosiddetto fuoco alchemico, che va costantemente regolato, né troppo violento né troppo debole, vegliando che le fiamme non vengano mai meno.
La finalità dell'alchimia è determinare un'intensa sintonia fra tre diverse manifestazioni dell’Assoluto: la consapevolezza dell'uomo, l'energia illimitata che anima il mondo, la memoria e il pensiero eterni dello spirito. In questo procedimento si sperimentano le forze introverse ed estroverse dell'uomo, i procedimenti generativi e rigenerativi della natura, per lo più poco visibili, attraverso i quali si cerca di trasformare il composto umano.
Nella propria esistenza, utilizzando il fuoco alchemico, l'alchimista imita i processi e i tempi della natura in maniera non ripetitiva, ma creativa, modificandone il ritmo e le finalità. In questo modo l'alchimista diventa artefice del proprio destino, giacché dà realtà all'immaginazione più elevata e modella la realtà secondo tale immaginazione, perché rende stabile la parte mutevole e rende fluida la parte rigida del proprio comportamento, della propria mente.
L'alchimia può definirsi il migliore utilizzo possibile delle forze contrastanti e dei componenti materiali grezzi a disposizione dell'uomo, in maniera che l'amalgama, l'unione equilibrata di elementi di per sé eterogenei, produca delle loro qualità potenziali non una semplice somma, ma una moltiplicazione esponenziale. Se l'armonizzazione dei componenti umani è perfetta, si produce una loro assonanza o sinergia, i cui effetti si estendono a dimensioni non percepibili con i soli sensi fisici, perché metafisiche.
Tuttavia, per affinare il processo di alimentazione del proprio composto, l'alchimista deve rispettare le forze che si succedono nel cielo e si rispecchiano sulla terra. Ciò se vuole avere successo nel tentativo di sperimentare una dimensione intermedia tra ciò è visibile e ciò che è invisibile per i sensi ordinari. Si devono osservare i cicli temporali cosmici, seguendone gli schemi di quiete e di movimento, di sonno e di veglia, di contrazione e di espansione, di fecondazione e di nascita. Di questo l'uomo moderno non tiene conto, ma conduce uno stile di vita o attua una alimentazione che contrasta coi ritmi naturali e preclude la possibilità di accumulare l'energia necessaria per mantenere in buona salute corpo ed anima, per evolvere spiritualmente.
L'organismo umano è regolato dal ritmo della natura e a tale ritmo obbediscono la temperatura corporea, la pressione del sangue, la fertilità degli organi di riproduzione, l’attività del cervello, i livelli ormonali, la rigenerazione delle cellule e altri fattori. I diversi bioritmi dell’uomo sono determinati dalle interazioni che avvengono tra un orologio biologico interno e i fattori esterni del magnetismo terrestre, dei campi elettrici e gravitazionali, del movimento dei corpi celesti e delle radiazioni cosmiche. L'operatività preliminare, tesa ad una purificazione ed armonizzazione dell'alchimista, deve andare a tempo con i fenomeni e i processi della natura, perché andare fuori tempo turba la circolazione e la pressione dei liquidi fisiologici, la secrezione degli ormoni e dei neurotrasmettitori, e pertanto l'umore, lo stato emotivo e psichico, che occorre invece equilibrare.
Il fatto di non rispettare l’orario del sorgere e del tramontare del sole, di utilizzare molto la luce artificiale e poco la luce naturale, rende più difficile al nostro organismo la produzione di melatonina, l’ormone prodotto tramite il buio e che ci fa addormentare, e poi della serotonina, l’ormone prodotto con i raggi ultravioletti e che ci mantiene svegli. Ciò ostacola anche la fissazione, tramite una frequente esposizione al sole, della vitamina D e la trasformazione del colesterolo cattivo in colesterolo buono.
Una vita sregolata impedisce lo sviluppo della capacità di entrare in sinergia col campo elettromagnetico del nostro pianeta, formato dal polo positivo della volta celeste e da quello negativo del centro della terra, con il suo flusso energetico che scorre da Nord a Sud, con i suoi condensatori o le sue centraline di smistamento, situati in determinate località, oppure di evitare i punti di alterazione o riduzione dello stesso flusso energetico.
Nell’ambito dell’alimentazione alchemica un ciclo regolare sonno/veglia è fondamentale. In genere l’uomo alterna 100 minuti circa di sonno profondo a brevi fasi di sonno REM. Nel sonno profondo non si producono sogni e il sistema cibernetico del corpo è in contatto diretto col campo elettromagnetico cosmico, senza l’intermediazione dell’apparato neuro cerebrale. Nel sonno REM l’attività onirica del cervello è invece intensa, perché rielabora impressioni ricevute in stato di veglia e, secondi i casi, immagini che affiorano dall’inconscio e non sono state ancora elaborate a livello cosciente.
Nel sonno profondo avviene una ricarica dell’organismo, dato che è ferma l’attività volontaria, sia muscolare che neuro cerebrale, e l’organismo è nelle migliori condizioni per assorbire l’energie rigenerative cosmiche. Nel sonno profondo si svolgono solo le funzioni involontarie dell’organismo e solo la parte arcaica del cervello produce immagini, che non si ricordano affatto, ma rimangono nel subconscio.
Per quanto riguarda l’alimentazione sul piano meramente materiale, è fondamentale sia lo stato d’essere di chi ha preparato il pasto, che col suo amore può attivare i fermenti e i lieviti sottili presenti nell’ambiente in cui si cucina, sia il modo con cui abitualmente lo si consuma.
Il pasto è un momento drammatico, perché mette in evidenza quanto e come l'uomo sia una macchina, un meccanismo senza alcuna libertà, e che nella voracità scarica scompensi psichici e senso di vuoto. Il bisogno di cibo determina aggressività, con la messa a nudo dell’istinto di conservazione e degli impulsi più animaleschi.
Nei pasti abbondanti e compulsivi si manifesta a pieno la paura della morte, che viene in un certo senso esorcizzata col consumo di sostanze piene di linfa o di sangue, che rappresentano la vita e soddisfano quindi l’attaccamento viscerale ad essa della personalità dell’uomo moderno. Oggigiorno, infatti, si evita qualsiasi riferimento alla morte e a maggior ragione si rifugge da qualsiasi tipo di lavoro, che prepari l’anima ad affrontare la trasformazione traumatica che, con la morte del corpo fisico, avviene nel composto umano.
L’ordinaria alimentazione è basata su notevoli quantità di materia grezza, in gran parte legata all’elemento terra, che l'organismo deve trasformare e assimilare, per trarre energie necessarie al suo funzionamento. L’alimentazione dovrebbe invece essere integrata con l’assorbimento di una materia più fine, destinata ai centri sottili dell’uomo, legata agli elementi acqua, aria e fuoco.
Ad una dieta più equilibrata va affiancata una concentrazione su quanto avviene durante il pasto e sulle relative sensazioni. Qui entra in gioco la meditazione sul cibo attraverso i sensi della vista, dell’odorato e del gusto, che possono funzionare come catalizzatori, per potenziare i processi chimici di elaborazione degli alimenti. Ovviamente l’abuso di sostanze nervine, come la caffeina o la teina, che alterano l’attenzione e la percezione, non sono molto indicate, se non per operazioni particolari e con modalità quasi rituali.
L’incorporazione delle energie vitali della natura avviene più facilmente, se sostenuto attraverso il consumo frequente di cibi semplici e non sofisticati, ad esempio di verdura e frutta fresche, magari con erbe aromatiche spontanee, che hanno uno stato vibrazionale intenso, molto vitale. Di fatto le cose e gli esseri viventi vibrano e possono essere trasformati nelle loro qualità, cambiandone la frequenza o la lunghezza d'onda ed in ciò consiste l’alimentazione alchemica sottile.
Le vibrazioni minime appartengono alla materia, che ai sensi appare immobile, le intermedie alle emozioni e al pensiero, e le massime allo spirito, che non è percepibile tramite i sensi comuni. Più elevato è il livello evolutivo, più elevata è la frequenza vibrazionale. Il Divino e la sua energia hanno un livello vibrazionale infinitamente alto e molto alta può divenire anche la mente umana in sinergia con lo spirito. Se un campo energetico individuale s'accosta ad un altro più ampio, tende a sintonizzare il proprio movimento oscillatorio al ritmo di quello più ampio, sia che abbia una frequenza più alta o più bassa.
Nel pasto la perfezione si raggiunge solo quando l’alchimista si è sdoppiato in una parte attiva ed in una parte passiva: la prima osserva vigile e distaccata, la seconda viene osservata e controllata. Inoltre è più facile raffinare il proprio pasto di Domenica, quando non si è condizionati dalla frenetica attività lavorativa. In tale giorno, che è per definizione dedicato al sacro, è possibile nutrirsi realmente in compagnia del Divino e d’altra parte certe tradizioni religiose insegnano a recitare una breve preghiera prima di spezzare il pane.
Infine il pasto può diventare una mensa rituale, un cenacolo iniziatico, apparecchiato in una atmosfera magica, dove l’essenza spirituale è condivisa da più alchimisti tramite il consumo di un dato cibo. Questo avviene anche nel sacramento dell’Eucarestia, dove il pane e il vino vengono transustanziati in luce e vibrazione divini. Ma se nella mensa religiosa o Messa può dirsi che i partecipanti mangiano il proprio dio, è giusto affermare che nel cenacolo iniziatico l’alchimista mangia sé stesso o meglio si nutre di fluidi sottili, che sono preparati, vivificati e digeriti all’interno del proprio organismo.
Nel cenacolo il partecipante non mangia solo cibo grossolano, ma stati di coscienza ed emozioni altrui. Nella mensa iniziatica il corpo di Cristo è lo spirito formativo e informativo, che scorre nel gruppo dei commensali. Sul tavolo apparecchiato ritualmente le candele accese evocano magicamente la luce dell'intelligenza superiore, vasi con fiori colorati e profumati stimolano i sensi sottili ad assorbire l’essenza del cibo.
Inoltre una scelta accurata dei partecipanti e la loro disposizione armonica intorno alla tavola favoriscono la creazione di un cerchio magico, di un aggregato di campi energetici in risonanza fra loro, per moltiplicare in modo esponenziale le potenzialità dei singoli partecipanti. I flussi di amore e intelligenza seguono il principio dei vasi comunicanti e pertanto i vasi ad alto livello innalzano la tensione generale del cenacolo, ma bastano pochi vasi d’infimo livello per abbassarla drasticamente.
Ma per concludere il discorso sull’alimentazione, occorre fare una considerazione di ordine generale. Se l’alimentazione col cibo ha un’importanza uguale ad uno, l’alimentazione coi sensi ha un’importanza uguale a due, quella coi sentimenti ha un’importanza pari a quattro, quella con le idee ha un’importanza pari ad otto, quella spirituale ha un’importanza pari a sedici. Pertanto le diete naturali o biologiche, vegetariane o vegane, che tanto vanno di moda oggigiorno, non incidono più di tanto sulla trasmutazione del composto umano, se non sono accompagnate da una radicale trasformazione dell’alimentazione superiore, tramite una sperimentazione estetica/estatica della vita.
Data la visione materialistica dell’attuale società, è ormai comunemente accettato il concetto secondo il quale l’uomo è solo ciò che mangia. Secondo l’ottica ermetica, l’uomo è soprattutto ciò che pensa, immagina e concretizza, secondo una volontà coerente con lo spirito. Valgono infinitamente di più la lettura di un libro con contenuti elevati, uno scambio di amore fraterno con un iniziato, un’intensa ricerca artistica, un’autentica esperienza spirituale, che mesi di diete spartane o la fuga da ambienti più o meno inquinati.
Quindi nell’alimentazione è più importante come e quando si mangia, rispetto a cosa si mangia. Ad esempio, è opportuno fare colazione entro un’ora dal sorgere del sole, pranzare quando il sole è nel punto più alto del suo percorso e cenare entro un’ora dal tramonto, seguendo i cambiamenti stagionali del ciclo solare, strettamente legato al bioritmo del corpo.
In questo quadro, occorre considerare che il rapporto dell'anima col corpo e con lo spirito deve essere armonico, dettato dall'amore e dalla consapevolezza. Occorre evitare che l'anima superiore sia trattenuta nella statica pesantezza del corpo o che l'anima inferiore sia trascinata via dal corpo per la spinta prorompente dello spirito, perché in entrambi i casi si devitalizzano, con conseguenti malattie o dissociazioni psichiche.
Con l’ispirazione del piano spirituale, sempre più attivo, l'alchimista diviene medico di sé stesso e può ottenere un prolungato stato di salute psicofisica. Se in sintonia con i processi e i cicli della natura, l’operatività alchemica mette in equilibrio corpo e anima, sanando i relativi conflitti degenerativi, potenziando la forza vitale e intelligente del metabolismo e i relativi processi di rigenerazione cellulare. Se ogni giorno il consumo e l'assimilazione di calorie deve essere in pareggio, idee e sentimenti vanno dispensati senza economia a chi è capace di accoglierli, perché vi è sempre un ritorno di quanto elargito e nell'anima un salutare ricircolo di flussi e fluidi metafisici.
Inoltre si tutela la salute con un equilibrato regime di vita, utilizzando i farmaci allopatici, contenenti principi attivi chimici, per curare malattie gravi o acute. Invece si assumono farmaci alchemici, contenenti energie archetipiche, per curare malattie croniche o psicosomatiche, oppure per accelerare e completare i processi di guarigione.
L'alchimista attiva nel corpo processi di disintossicazione e rigenerazione, senza allarmarsi per i passeggeri contraccolpi fisici e psichici. In caso di malattia, si attende che la natura eserciti i suoi poteri di guarigione, che i farmaci hanno la funzione di sollecitare, considerando la stessa malattia un passaggio nel percorso di purificazione dell’anima. I poteri della natura sono attivati dall'immaginazione attiva e dal pensiero positivo, mentre sono bloccati dalla paura e dal pessimismo.
Nello sforzo di recuperare la salute, il corpo è il principale alleato del malato, purché gli venga concesso il tempo di esercitare la sua memoria e il sistema immunitario. La realizzazione di un farmaco, distillato secondo la prassi alchemica, avviene tramite una relazione sottile tra l’anima dell’operatore e l'anima del prodotto naturale manipolato, tra l'intelligenza dell'alchimista e l’intelligenza del mondo vegetale o minerale, di cui occorre riconoscere le segnature planetarie e zodiacali, le cui energie possono riequilibrare il metabolismo.
Per quanto riguarda la preparazione dei farmaci alchemici, una stessa pianta può esercitare una funzione planetaria principale ed altre secondarie, come più potenzialità zodiacali. L'energia di Saturno riguarda l'epifisi, la milza, le ossa e il patrimonio genetico, mentre quella di Giove l'ipofisi, il fegato, le vene e l'organo sessuale maschile. Quella di Mercurio riguarda il pancreas, i polmoni, il sistema nervoso, la lingua e la bocca, mentre quella di Venere le surrenali, i reni, il sistema linfatico, la laringe, la gola e le corde vocali. Quella di Marte riguarda la tiroide, il sangue, la cistifellea, il pericardio, la vagina e l'utero, mentre quella della Luna le ovaie e i testicoli, il cervello, l'intestino, la vescica, l’occhio sinistro della donna destro dell’uomo. Infine quella del Sole il cuore, le arterie, il sistema immunitario, l’occhio destro dell’uomo e sinistro della donna. La segnatura planetaria è riconoscibile non tanto per la forma e il colore della pianta, ma con l'intuizione e l'analogia.
La maggior parte delle persone non può sostituire del tutto i farmaci di sintesi, i principi attivi prodotti chimicamente, che nelle malattie acute o gravi hanno un effetto più rapido, anche se non mancano le controindicazioni. Difatti le molecole realizzate chimicamente agiscono sui sintomi o le cause organiche della malattia. Invece il principio archetipico, estratto dall'anima della pianta o del minerale, agisce in prevalenza sugli squilibri dell'anima del malato e quindi ha un effetto più lento. In ogni caso i farmaci alchemici possono compensare effetti collaterali negativi dei farmaci di sintesi. Ma questa efficacia è attenuata o nulla, se l'assunzione del farmaco alchemico non è accompagnata da un contemporaneo controllo della mente, da una pulizia dell'anima passionale, da un distacco dai condizionamenti e dalle abitudini di una vita artificiosa, da un reale allineamento della volontà alla dimensione dello spirito.
L’alchimia interiore o mentale tende a ridurre i contrasti tra corpo e anima, tra anima e spirito. Essa ricerca soluzioni e guarigioni attraverso intuizioni e immagini in stati di consapevolezza lucida, che affiorano dall’inconscio e con cui si prende coscienza dei propri squilibri profondi. Si eseguono tecniche individuali o di gruppo, che aiutano a superare la consapevolezza opaca e i condizionamenti del collettivo, che addormentano la sensibilità del corpo e dell’anima.
In tale contesto si cerca di dare il giusto ritmo e intento alla propria esistenza, rendendo sacre, cioè con finalità di trascendenza spirituale, le attività quotidiane. Sono utili le attività di laboratorio, dove il termine laboratorio è inteso col suo significato originario di labor et oratorium. Ma sono altrettanto utili particolari attività motorie, come la danza e le arti marziali, l'attività artistica in generale, che dilata le coordinate fisiche del tempo e dello spazio, in particolare utilizzando le dimensioni del colore e del suono, legate alla vibrazione delle ottave ascendenti sulla scala dei valori trascendenti.
Il famoso e mitico elisir di lunga vita degli alchimisti è in realtà un atteggiamento attivo nei confronti delle malattie, che si manifestano periodicamente nel corso dell’esistenza e spesso fanno parte del processo di crescita interiore. La realizzazione di un farmaco, partendo dalla raccolta del prodotto naturale, fino ad arrivare al suo potenziamento dinamico, è ogni volta la realizzazione di una piccola opera alchemica, che prefigura e predispone la realizzazione della Grande Opera, di ciò che corona l’intera esistenza dell’alchimista.
Gran parte dei rimedi e delle cure si intuiscono nel silenzio e nell’isolamento dal mondo profano, per ascoltare la voce del Divino in sé, facendo il vuoto nella propria personalità e nel proprio egoismo, per fare spazio alle manifestazione dello spirito, che tutto risolve e rigenera. La raccomandazione finale è di ascoltare i consigli dell’inconscio, attraverso la presenza di sé, la meditazione e il sogno - anche ad occhi aperti - e trovare la strada che conduce ad un reale e prolungato stato di benessere, così realizzando un potentissimo elisir.

GIORGIO SANGIORGIO