Per potere parlare di alchimia è necessario definire alcuni termini e concetti che costituiscono la base del suo discorso. Senza tali informazioni preliminari si rischia di non comprendere il senso delle fasi che costituiscono la base del relativo processo di trasformazione.
Gli elementi primari di ogni operazione alchemica sono i tre principi dello zolfo, del mercurio e del sale. Questi principi sono quelli a partire dai quali si struttura la realtà sia nei suoi livelli più grossolani che in quelli più sottili. E’ evidente che il significato di essi rimanda solo marginalmente ai corrispettivi fisici i quali incarnano parzialmente il vasto significato metafisico di cui sono portatori nel senso più alto e metafisico.
Lo zolfo è il principio del calore, della forza attiva, della capacità intrusiva. A livello umano rimanda alla volontà, alla capacità determinativa, al desiderio estrinsecativo, all’entusiasmo. Nella fisiologia mistica rimanda all’ambito più elevato ossia allo Spirito. All’interno degli elementi possiamo vedere tale principio presente sia nel fuoco così come nell’aria.
Il mercurio è invece maggiormente affine all’elemento acqueo. Da questo punto di vista possiede qualità percettive e di accoglimento. Ha sia le qualità del grande solvente ma anche la capacità di assimilare altre sostanze. Solamente mediante questa virtù può accogliere al proprio interno il seme maschile e manifestare tutte le sue potenzialità generative. Nella sua dimensione più evoluta e sottile manifesta invece la sua capacità di sublimazione. A differenza dello zolfo il mercurio ha chiaramente una caratterizzazione femminile.
Dall’unione dei principi sopra citati nasce il sale, principio mediano tra quello dello zolfo e quello del mercurio. Il sale è il corpo dei principi naturali, asciutto, incombustibile. E’ affine alla dimensione corporea e ha una caratterizzazione neutra. Partendo da una sostanza di base il processo di trasformazione ci conduce alla formazione di un sale sempre più sottile ed evoluto. Il processo alchemico prevede infatti fissazioni trasmutative sempre più alte della struttura primaria, che è la materia prima della Grande Opera. Ogni conformazione è chiaramente associata ad uno stato spirituale determinato con tutte quello che questo comporta in termini di percezioni, emozioni, qualità ecc…
Spendiamo qualche parola anche sui quattro elementi. Secondo la dottrina ermetica essi sono quattro: fuoco, aria, acqua e terra. Ogni elemento del mondo della materia è la combinazione di questi elementi che possiedono chiaramente una natura sottile che solo parzialmente è conoscibile mediante i sensi grossolani. In altre parole possiamo dire che la natura sottile dei quattro elementi si concretizza ma non si risolve nei loro corrispettivi fisici. Ognuno di essi possiede due delle quattro caratteristiche di cui sono complessivamente depositari: il caldo, il freddo, l’umido e il secco. Così mentre il fuoco è caldo e secco, l’aria sarà calda e umida, l’acqua fredda e umida mentre la terra fredda e secca.
I dodici segni astrologici possono essere visti come la combinazione dei quattro elementi con i tre principi di cui abbiamo discusso. Senza scendere nei particolari dei singoli segni diciamo che possono essere divisi in tre categorie che sono associate ai tre principi dello zolfo, del mercurio e del sale.
Andiamo ora per gradi. I dodici segni dello zodiaco sono equamente divisi in segni di terra, acqua, aria e fuoco. Ognuno dei tre segni appartenenti alle quattro categorie è associato ad uno dei tre principi. Così nei segni di terra avremo un segno per lo zolfo (Vergine), uno per il mercurio (Capricorno) ed il terzo per il sale (Toro).
Altro elemento utile da considerare è il legame tra le facoltà e i tre principi. Se infatti allo zolfo è associato il pensiero, il mercurio lo è al sentimento così come l’azione è connessa al sale. Solamente da questi pochi elementi si potrebbero dedurre molte caratteristiche dei segni astrologici.
Nel nostro immaginario l’alchimia tratta di operazioni che riguardano le sostanze, la materia. Stiamo qui trattando invece di un’alchimia di tipo diverso, di un altro livello. Il linguaggio e le metafore dell’alchimia riguardano però sempre operazioni concrete, risultati di pratiche specifiche con le quali ci si riferisce alla trasformazione, nel nostro caso, di “sostanze” che appartengono ad un livello energetico e sottile, dimensione chiaramente inizialmente mescolata e intrecciata con quella più materiale e corporea.
L’alchimia spirituale ha come obiettivo la formazione del Corpo di Luce o Corpo di Resurrezione, vera e propria realtà di coscienza frutto di un processo di trasformazione che ci ha condotto ad un alto grado di consapevolezza spirituale.
Tale raggiungimento, definito in alchimia Grande Opera, viene conseguito solamente al termine di diverse fasi all’interno delle quali sono state effettuate operazioni che vengono definite con i termini tradizionali di solve e coaugula. Abbiamo parlato del sale come stato di solidificazione e quindi di raggiungimento di una certa stabilità all’interno del processo di trasformazione personale. Possiamo in un certo senso immaginare ogni fase del processo come se fosse costituita da un momento in cui tale sale viene sciolto e, da un secondo momento, in cui si assiste ad un processo di coaugulazione.
Per dirlo in altri termini, nella prima operazione, il cosiddetto solve alchemico, si liberano le valenze potenziali contenute nell’elemento inferiore attraverso un movimento di destrutturazione della sostanza prima. Nella seconda operazione, il coaugula alchemico, il principio superiore porta le qualità del principio inferiore a trasformazione attraverso un processo in cui i due si uniscono, compenetrandosi. Da qui, durante un’ultima fase, si ha una definitiva solidificazione dei due principi che prima si erano solamente mescolati creando delle nuove strutture.
Attraverso le tre operazioni passiamo quindi da una sostanza ad un'altra, da un tipo di sale ad un altro tipo di sale, per dirla in termini tradizionali
DAVIDE INNOCENTE.